
Benvenuti nella pro loco di Buttapietra

La prima Pro loco
Storia della Pro Loco di Povegliano Veronese
La prima associazione chiamata “Pro Loco” nasce a Povegliano Veronese nel 1980 e dura fino al 1985.
L’ organismo è formato da un direttivo/consiglio d’amministrazione formato da 7 componenti eletti dai soci tesserati più 8 rappresentanti dei gruppi del paese che hanno scelto di farne parte.
Gli obbiettivi dell’associazione, indicati nello statuto, sono la valorizzazione del territorio, di cui proprio in quegli anni emergeva il grande patrimonio storico(significativi reperti archeologici di insediamenti continui dall’Età del Bronzo/Terramaricoli al Medioevo-Celti, Romani e Longobardi), naturalistico(le risorgive) e architettonico/artistico(Villa Balladoro, Santuario della Madonna dell’Uva Secca) e l’organizzazione delle più importanti manifestazioni pubbliche del paese(il Carnevale, le sagre di Povegliano e della Madonna dell’Uva Secca, la Festa di San Martino).
Molti ricordano ancora due manifestazioni che ebbero un notevole successo popolare:
1)nel 1981 una grande MOSTRA DI SCULTURA per l’inaugurazione del ristrutturato Parco Balladoro: le opere erano disseminate nell’area del parco, si chiamarono le scuole e i visitatori ad esprimere un giudizio. Tra gli scultori c’era Francesco Bertolini, “Bertocesco”, figura straordinaria di artista e musicista cultore del folk tradizionale, che in seguito avrebbe avuto stretti rapporti di collaborazione anche con la seconda Pro Loco.
2)nel 1984, nell’ambito della sagra del paese, nella piazza chiusa al traffico si svolse un Concerto di piano bar, con brani musicali intervallati dai testi letterari del poeta/scrittore poveglianese Sergio De Guidi.
I presidenti di questa Pro Loco furono Giuseppe Perina e Giancarlo Perina.
La seconda Pro Loco
La seconda Pro Loco nasce nel 1999 e si propone come associazione che opera per la valorizzazione del territorio (che ha un grande patrimonio naturalistico, storico e artistico-architettonico) e come gruppo che organizza le manifestazioni pubbliche del paese in collaborazione con i gruppi e con l’Amministrazione comunale.
In questo spirito la composizione del direttivo vede 7 persone elette dai soci tesserati e 8 rappresentanti dei gruppi che intendono farne parte.
La sua azione si esprime nel dare continuità alle manifestazioni del Carnevale (che ha una rilevante tradizione di costruzione di carri allegorici dal 1969) in collaborazione col neonato Coordinamento dei gruppi carnevaleschi della provincia.
Il direttivo commissiona tra l’altro alla Compagnia del Sipario Medioevale di Verona il confezionamento di 6 costumi che rappresentano le popolazioni insediate nell’area adiacente alla Madonna dell’Uva Secca: Celta maschio e Celta femmina, Romano maschio e Romana femmina, Longobardo maschio e Longobarda femmina. I figuranti coi 6 nuovi costumi sfilano da allora con le altre maschere (Principe del Tartaro e Regina della Calfura) in tutte le sfilate in paese e fuori.
Da ricordare nei primi anni Duemila l’appoggio, economico e organizzativo, dato dalla Pro Loco al “Comitato restauro Santuario della Madonna dell’Uva Secca”, che gestisce la “Festa titolare dell’Assunta” a metà Agosto, per aiutare questo gruppo a rendersi autonomo, come poi accade.
Gli anni Duemila vedono cambiamenti nella struttura del direttivo: dapprima in esso sono presenti 3 rappresentanti dell’Amministrazione comunale (2 per la maggioranza e uno per la minoranza), che poi vengono tolti.
Il Direttivo/Consiglio d’amministrazione si struttura quindi in 7 persone elette dai soci tesserati, tra cui sono eletti presidente, segretario e tesoriere. Dal 1999 ad oggi i presidenti sono stati Marianna Barugola, Giordano Franchini, Margherita Cecco e Riccardo Cordioli, attualmente in carica.
La Pro Loco collabora con l’Amministrazione comunale sulla base di convenzioni, periodicamente rinnovate, che definiscono gli eventi pubblici che i due enti gestiscono. Importante rilevare che la Pro Loco non riceve più alcun contributo comunale (in passato erano 10 milioni di lire-5.000 euro l’anno) e deve provvedere da sola alle entrate, che derivano dagli introiti del Mercatino dell’antiquariato (che la Pro Loco ha rilevato dai fondatori Operatori economici), dalle tessere (arrivate quest’anno a superare le 400) e dagli sponsor.
Iniziativa qualificante è la Convenzione tra la Pro Loco e le ditte: il socio presentando la tessera può accedere a sconti, stabiliti in tutta libertà dalle imprese (il numero è aumentato negli anni fino alle attuali 50 sia del paese che di comuni limitrofi). E’ importante sottolineare che la convenzione, grazie all’affiliazione della Pro Loco di Povegliano alle associazioni provinciale, regionale e nazionale, HA VALORE IN TUTTA ITALIA (Un tesserato di Treviso può acquistare, presentando la tessera, a Povegliano).
La Pro Loco ha organizzato le manifestazioni pubbliche negli ultimi anni raggiungendo risultati positivi sia in termini economici (bilancio in attivo) sia di presenza di persone.
Da ricordare, per la divulgazione anche “turistica”, la stampa di un opuscolo pieghevole (PLANIMETRIA TURISTICA E INFORMATIVA) che illustra gli elementi del grande patrimonio culturale del paese che si intende tutelare, far conoscere e valorizzare.
Recentemente l’attenzione della Pro Loco si è rivolta in particolare anche ai giovani, con un gruppo dei quali ha organizzato eventi di livello nazionale (“Pojàn on the rock”) per gruppi musicali emergenti e la “Color run (Corsa dei colori)”, con grande partecipazione anche di famiglie con bambini.
La Pro Loco, in sintesi, si è ritagliata uno spazio importante nella vita della comunità poveglianese, proponendosi, con consapevolezza e umiltà, come strumento di aggregazione e di impegno per la crescita culturale e sociale del paese.

Il nostro comune
La nostra storia
Povegliano Veronese si adagia sulla linea delle risorgive, al limitare estremo dell’alta pianura, che gradatamente trapassa nella media. Sin dalla preistoria visse sulle paludi.
La complessa opera di bonifica fu iniziata non prima del 1400: se si eccettua un primo intervento operato dai padri benedettini nel 1200, l’escavazione su larga scala delle risorgive e la bonifica del suolo, anche con l’incanalamento delle acque stagnanti, furono iniziati nel XV° secolo, quando i patrizi veronesi e veneziani intrapresero la coltivazione del riso nella media e bassa pianura e nel 1500 quando ci fu un notevole sviluppo della praticoltura: cominciò allora quella che a partire dai primi decenni del 1500 sarebbe diventata “la corsa all’acqua”, che indusse i proprietari a scavare quanti più fossi possibile.
Dalle famiglie nobili prendono nome alcune fosse: ad esempio, la Liona dai conti Lion, la Draga dai Draghi, la Giona (950 litri al secondo di portata massima, dei quali 700 dalla risorgiva vicina alla Pioppa) prese il nome dai conti Giona che la escavarono per irrigare la loro campagna di S. Bernardino di 1800 campi veronesi tra Vigasio e Trevenzuolo.
Le rive dei gorghi e dei condotti di alcune fosse sono più alte rispetto a quelle di altri corsi di risorgiva: il motivo è da ricercarsi, oltre che nella conformazione idrogeologica del terreno, anche nel calo di oltre due metri della falda freatica che si verificò verso la metà dell’800: questo fatto costrinse i proprietari di alcuni fossi ad abbassare il fondo delle risorgive e il letto dei condotti.
In quello stesso periodo per ottenere più acqua furono aperti alcuni pozzi artesiani nei gorghi con tubi di 10 cm di diametro infissi fino ad intercettare la seconda falda.
L’acqua, da sempre presente nel territorio, suggerì l’adozione della libellula (volgarmente chiamata cavaoci o sbusaoci) quale simbolo sullo stemma comunale attualmente in uso.
I corsi d’acqua di risorgiva che nascono a Povegliano Veronese sono:
il fiume TARTARO con la sorgente principale al Dosso Poli e secondarie al Soco (volgarmente detta “el gorgo del segretario”), nel fossetto Cavazzocca e nei tre gorghi delle Riare;
- la fossa CALFURA con le due sorgenti in località di Madonna della Via Secca;
- la GIONA con il gorgo alla Pioppa;
- la BORA con tre gorghi presso la corte Livello (“el Liél”), uno a fianco del GreSanìn e due alla Muraiola;
- la DRAGA con la sorgente principale, “el gorgo de salveregin”. Vicino a Tartaro sulla via per Vigasio ed una secondaria (oggi asciutta) dietro la corte Pignolà;
- la LIONA con nove sorgenti nelle vicinanze di quella principale della Draga;
- la MORETTA con due gorghi nei pressi di S. Andrea e del Crdon;
- la IADISA che nasce vicino al confine con Mozzecane;
- l’ACQUA BASSA sul confine con Mozzecane;
- la GAMBISA con il gorgo ed il gorghetto al Cas’on;
- la FOSSONA con quattro sorgenti ed un gorghetto a sinistra e sotto i Boschi di Sopra;
- l’ACQUA BASSA con due gorghi ed un gorghetto a sud (Boschi di Sopra);
La FOSSONA, l’ACQUA BASSA ed un ramo della BORA al ponte dei Mulinel formano un’unica fossa chiamata GAMBARELLA, che, nella zona più a sud del paese, riceve l’acqua di un’ultima risorgiva.
Nota: I nomi dei corsi d’acqua minori non rientrano nella toponomastica ufficiale, ma si sono tramandati oralmente. Sono riportati solo i corsi di risorgiva e non i canali e condotti che, negli ultimi decenni con l’introduzione dei mezzi meccanici, sono stati a volte deviati o intubati.
Povegliano Veronese è ritenuto dagli studiosi un importante luogo di ritrovamenti preistorici ed i numerosi reperti archeologici, databili dall’eneolitico (2500 a.C.-1800 a.C.), indicano con certezza una continuità di vita a partire dall’età del bronzo (1800 a.C.-900 a.C.).
L’ascia di Gambarella fu ritrovata nel 1967 in località Gambarella. Il manufatto, in rame e lungo cm. 27, è ben conservato.
A causa della mancanza di un preciso contesto difficile è la sua attribuzione cronologica e problematica l’interpretazione archeologica.
Una necropoli preromana della media età del bronzo venne scoperta nel 1876/77in località Gambaloni presso il condotto della fossa Gambisa durante l’escavazione della ghiaia.
Nel 1880 furono riportate alla luce sepolture della tarda era del ferro nei campi magri della Bora e dell’Ortaia.
Scavi più recenti hanno fatto emergere importanti ritrovamenti della media età del Bronzo in località Muraiola e un grande numero di tombe celtiche, romane e longobarde presso l’Ortaia.
Il cavallo con i due levrieri è stato ritrovato nell’agosto del 1986 in una necropoli longobarda del VII° secolo dopo Cristo. E’ una sepoltura rituale unica al mondo: il cavallo, ritrovato acefalo, è stato tumulato su un fianco con i due cani accucciati vicino.
Le ossa dei tre animali sono state restaurate e consolidate in un istituto universitario e rimontate su appositi supporti nella posizione originaria. Questo e molti altri reperti archeologici sono esposti al pubblico in una mostra permanente presso villa Balladoro.
La presenza nei secoli passati di nobili proprietari terrieri è testimoniata dai palazzi edificati nell’abitato e dalle numerose corti rurali, alcune con oratorio, disseminate un po’ per tutta la campagna.
Alcune ville, tra le quali il centrale palazzo Cavazzocca, sono state abbattute, altre cadono in rovina, altre ancora sono state restaurate e rimesse a nuova vita.
Tra queste ultime da ricordare la villa Balladoro con parco, il palazzotto Balladoro, appartenuto alla signoria degli Scaligeri e sede del comune nel XVI° secolo, il palazzo dei Venturi, già dei conti Olivieri.
Recentemente è stato completato il restauro del Santuario della Madonna dell’Uva Secca, nel quale si trova l’affresco della Dormizione della Beata Vergine Maria, opera attribuita alla scuola veronese del Trecento.
Nella nuova parrocchiale, edificata dopo l’abbattimento dell’artistica chiesa del Cristofali, fanno bella vista i quadri che, dopo un paziente lavoro di recupero sono stati restaurati con il contributo di privati e di enti pubblici.
L’economia, fino agli anni ’40, è stata quasi esclusivamente agricola. Si coltivavano soprattutto frumento, granoturco e foraggi. A partire dal ‘700 la vite ed il gelso divennero un caratteristico delle nostre campagne: le foglie dei morari (gelsi) alimentavano i caaléri (bachi da seta) che venivano allevati in grande quantità distesi sulle aréle sostenute dalle peagné nelle case, nei fienili o sotto le barchesse. Per l’economia familiare il baco ha rappresentato una voce fondamentale ed insostituibile ed il disegno due farfalle del baco (volgarmente dette poéie) venne usato come simbolo sullo stemma del Comune dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai nostri anni ‘70. Dagli inizi del secolo fino agli anni ’50 due filande hanno impiegato manodopera femminile nell’ordine di circa 200 unità annue. Si allevavano animali da stalla e da cortile. Dopo la Seconda guerra mondiale l’attività produttiva ha iniziato un sensibile processo evolutivo. Progressivamente sono diminuiti gli addetti all’agricoltura e ,nel contempo, sono sorte parecchie imprese artigianali (in particolare legate all’edilizia)e qualche piccola industria.
È scomparso il gelso, non si allevano più i bachi da seta, modesto è il numero degli animali da cortile. I processi produttivi agricoli si avvalgono di mezzi meccanici, a quelle preesistenti si sono aggiunte e alternate negli anni le coltivazioni delle pesche, delle fragole, delle mele, del tabacco, della soia e si sono insediati allevamenti intensivi di suini e avicoli.
La popolazione partecipa attivamente alle varie manifestazioni e feste popolari. Alcune sono tradizionali, anche se adattate ai tempi: sagra paesana, Festa dell’Assunta, il Carnevale, in origine legata alla ricorrenza di S. Luigi. La Festa di Santa Lucia è molto attesa e le Feste di San Martino sono protagoniste come ricorrenza del Patrono.
La sensibilità nei confronti dell’ambiente si è concretizzata in varie iniziative fra le quali la creazione dell’oasi naturalistica della Bora.
Gli abitanti sono passati dai 4089 del 1951 ai 7113 del 2016 ed il paese finora è riuscito ad assorbire gli effetti dell’immigrazione e a conservare il senso della comunità grazie anche all’attività continua delle associazioni che in gran numero operano in campo sociale, sportivo e culturale e che si avvalgono prevalentemente del volontariato.
Il comune di Povegliano Veronese è gemellato con il paese tedesco di Ockenheim.
Luoghi ed eventi di Interesse
Di seguito trovate dei luoghi di interesse comunale, artistico e molto altro per accompagnare la vosta visita all’interno del nostro comune.
- Chiesa San Carlo Borromeo
- Corte Zera
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I nostri contatti
Di seguito tutti ci sono tutti i recapiti alla quale puoi trovarci!

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